L’urlo
Il dipinto, grazie alla sua efficace sintesi simbolica, divenne icona della sofferenza umana, personale e collettiva ed incarna alla perfezione il dramma esistenziale dell’uomo moderno. A destra del dipinto si sviluppa il mare, a circa tre quarti dell’altezza si trova la linea dell’orizzonte, ondulata e mossa. Da qui sale il cielo modellato da linee sinuose orizzontali e sovrapposte. La figura in primo piano, priva di connotati, età e sesso, terrorizzata emette un grido comprimendosi la testa con le mani, perdendo ogni forma e diventando preda del suo stesso sentimento. Il suo corpo serpentiforme, quasi senza scheletro, privo di capelli, deforme, si perde insieme alla sua voce straziata e alla sua forma umana tra le lingue di fuoco del cielo. Ma il vero centro dell’opera è costituito dalla bocca che, aprendosi in un innaturale spasmo, emette un grido che distorce l’intero paesaggio, che in questo modo restituisce una sensazione di disarmonia, squilibrio. Infine, sul limite posteriore del sentiero si intravedono due sagome affiancate di uomini che procedono indifferenti.